sabato 1 luglio 2017

In volo a Lampedusa (LICD) con il proprio velivolo

Una delle cose più belle che amiamo fare nel nostro campo è volare laddove nessun altro mezzo ti potrebbe portare, o comunque non nello stesso modo. Volare con il proprio aereo verso una terra lontana, o addirittura un'isola, ha un sapore ed una magia che ci fa tornare veramente bambini.

Decollo all'alba dalla nostra testata pista (Aviosuperficie Angelo D'Arrigo)

Siamo più aeroplani come capita spesso, godiamo l'alba di primo mattino sopra Taormina per fare una prima tappa verso Siracusa, qui ci uniamo ad altri velivoli e ne approfittiamo per ripristinare il pieno ai nostri TECNAM. Ci aspetterà davvero tanto mare e vorrei fare in modo di atterrare con un Touchdown Fuel sufficiente per Pantelleria. Sulla rotta invece avremo Malta solo come emengercy landing.
Il nostro obiettivo finale è l'aeroporto di Lampedusa.


All'Avioclub di Siracusa c'è solo il tempo di un caffè e di un rifornimento. Facciamo un piccolo briefing con gli ultimi aggregati dove pianifichiamo  il punto UPLIT come passaggio con la FIR di Malta dopo aver lasciato le coste siciliane. Roberto B. volerà con noi e proverà il  nuovo autopilota sul suo TECNAM Eaglet. Roberto non solo è di Lampedusa, ma ha anche un ottimo ristorante sull'isola. L'unica pecca è che Lampedusa non ha un aeroclub e lui è costretto ad hangarare e volare il suo velivolo a Siracusa.
Ovviamente abbiamo i nostri giubbotti indossati quando voliamo sul mare, avendo cura di disattivare i meccanismi di gonfiaggio automatico. Ovviamente non sento che sia una precauzione sufficiente, so bene che dopo più di 30 minuti in acqua già si rischia l'ipotermia, e c'è davvero troppo mare per soccorsi in tempi brevi (seppur con il PLB satellitare). Motivo per cui imbarco sempre un battellino gonfiabile di emergenza a bordo. Anche se  molta gente dice che "il motore non lo sa che voliamo sul mare", sinceramente ne ho visti abbastanza di problemi (motore e non) su terra, motivo per cui non la reputo un'affermazione intelligente.

Lungo la rotta i grossi mercantili sono una risorsa. In caso di problemi possiamo contattarli sulla frequenza 156.8 Mhz (bisogna avere una radio multicanale)

Ogni volta che vado su un'isola cerco di farlo sempre in gruppo, la radio interpilots (in genere scegliamo 130.0 Mhz o una frequenza vicina) non solo fa compagnia tra di noi nel mezzo del vasto blu, ma ci permette di darci una mano a vicenda in ogni evenienza. Non ultimo, in caso di emergenza, uno di noi marca il punto e coordina i soccorsi. Io personalmente valuto uno sgancio del mio battellino facendolo scorrere a lato lungo l'ala con i flap abbassati e faccio in modo di aver la certezza che qualcuno li vada a prendere (un motivo in più per aver quel famoso carburante in più).


Non è la prima volta che volo e atterro a Lampedusa con il mio aereo, ma è pur sempre un'emozione continua. In questo viaggio fatto a quote comprese tra 5500 ft e 7500 ft, con un po' di vento frontale, man mano che ci allontanavamo dalla vista in quota dell'isoletta di Gozo, la foschia sul mare andava sempre più aumentando, affidandoci a GPS ed orizzonti artificiali il più possibile. Quando stabiliamo il contatto radio con Lampedusa, ancora non la vediamo, quasi esce dietro foschia e nuvolette come per magia poco prima di atterrare.

Ci accodiamo uno per uno in sottovento destro per atterrare nella pista 08

In questo video, effettuato in un altro volo, facciamo un giro dell'Isola prima di atterrare

Durante il volo ci fa compagnia anche Renato, con il suo bimotore P2006 decollato dal suo campo di Gallina. Ovviamente tutt'altro viaggio per lui con il suo signor aereo, ha praticamente due dei nostri motori ed atterra prima di noi.

Cerchiamo di raggiungere il nostro spot prima possibile nell'apron della General Aviation

I nostri 4 velivoli parcheggiati. 

Purtroppo come in tutte le esperienza fuorisede, capita sempre qualcosa di imprevisto. In uno dei nostri atterraggi a Lampedusa, subito dopo il contatto con forte vento, ci siamo accorti di un'anomalia durante la corsa di atterraggio a terra, con vibrazioni in aumento al diminuire della velocità. A quel punto era evidente il pneumatico sgonfio, o comunque con una pressione bassissima. Abbiamo preferito liberare la pista in qualche modo, ci siamo aiutati dando motore e con la barra tutta al petto per scaricare peso dal ruotino. Per non accelerare troppo mantenevamo una pressione costante sui freni. Alla fine la cosa ha funzionato ed abbiamo ricevuto supporto dal gestore aeroportuale una volta nel piazzale.

Riparazione del ruotino nel piazzale

Queste sono alcune immagini della riparazione, sono cose che capitano, anche se molto raramente. Devo dire che da quando sono facciamo meno atterraggi su pista in asfalto la vita dei pneumatici, ruotni, ecc., è di gran lunga aumentata.

(Vi risparmiamo foto e video della ruota in mano per l'aeroporto!)


Ma torniamo nel nostro bel aeroporto di Lampedusa (LICD) :)

Un piccolo ristoro dopo i controlli

Le tasse aeroportuali di Lampedusa (https://www.aeroportodilampedusa.com) sono assolutamente permissive (AST Aeroservizi) ed abbiamo trovato il personale davvero  gentile. Il PPR è stato coordinato tramite email e telefonate preventive. I piani di volo comunicati per telefono all'ARO di Fiumicino. In effetti non sono ancora abituati molto ai voli privati, l'aeroporto ha aperto da poco ai velivoli piccoli. Tirando le somme, possiamo dire che le spese si aggirano intorno ai quaranta euro.

Finalmente con i velivoli messi in sicurezza, arriva il tempo di foto e di chiacchiere. Ma solo dopo essere passati per il gestore aeroportuale.

L'uscita dal nuovo terminal dell'aeroporto



Prima di pranzare Roberto ci porta in un punto davvero suggestivo dell'Isola, a Capo Ponente, qui non ci sono protezioni ma un precipizio sul mare. 


Dobbiamo stenderci per terra ed ammirare verso giù lo strapiombo assicurandoci quel minimo di sicurezza. Le onde e i venti di questo posto ti fanno capire che sei davvero in un isola in mezzo al Mediterraneo, probabilmente il punto più a Sud dell'Europa. Proprio vicino all'aeroporto c'è il famoso monumento della Porta d'Europa.



Subito dopo completiamo il giro dei punti salienti dell'isola, compresa una zona militare che ha avuto la sua storia (e che magari molti già sanno). Verso il centro dell'Isola, Roberto ci tiene a portarci all'Oscià, spiegandoci questa esclamazione locale. Questo posto d'estate dovrà essere davvero qualcosa di eccezionale. Anche se queste nuvole d'inverno gli danno un fascino ed una veste particolare.

Roberto ovviamente ci porta a fare un giro all'Oscià




Un'altra caratteristica che notiamo con i Pini che restano quasi dei cespugli in quanto il vento non li fa estendere più di tanto, solo nelle insenature verso il maro riescono a trovare riparo ed estendersi in altezza. Uno dei momenti migliori della giornata è stato il lauto pranzo, tutti insieme in un'unica tavolata, ricco di sapori dell'isola. Torniamo così verso l'aeroporto rientrando nella bubble del volo. 
Quando ridecolliamo vogliamo fare un altro giro dell'isola prima di tornare a casa. Pieno di carburante c'è, ed una volta che abbiamo le coste siciliane in vista possiamo contare su molti campi alternarti. Stavolta i venti saranno in coda, facciamo tratta unica fino a destinazione, sorvolando il CTR di Catania a 7000 ft con l'autorizzazione di Catania Radar. Mentre parliamo tra di noi per radio lungo il volo di rientro, già pensiamo al nostro ritorno ed al prossimo raid.

Ultimo saluto a Capo Ponente




L'Italia è un posto bellissimo!


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