lunedì 18 maggio 2015

Aviosuperficie Sibari Fly

La mia esperienza con l'aviosuperficie Sibari Fly inizia in realtà con l'atterraggio al Fondone, presso l'Aeroclub di Lecce, dopo due ore e mezza di volo al ritorno dalla Grecia causa venti frontali in quota che avevano messo a dura prova mia l'autonomia calcolata consumando tutta la contingency ( atterrando praticamente con un quarto nei serbatoi). Tutto il volo era stato una continua ricerca di gestione energetica, ricerca di livelli con venti più deboli, tagli, ecc... per farla brava, una esperienza relativamente faticosa in quanto mi ero creato dei checkpoints lungo la tratta e pensavo di volta in volta alla diversione all'alternato, l'ultimo si trovava ad Otranto con una pista ai limiti del mio Tecnam, ma per fortuna tutto in sicurezza. A Lecce rincontro i vecchi amici, ero stato qui a volare già nel 2007 quando c'era la pattuglia Vega, ed ora ritornavo dopo pochi giorni dal VFR meeting al quale ero stato una settimana prima. All'andata, da Catania a Lecce mi sono fermato a Cosenza pur non necessitando nessun rifornimento ma solo per le esigenze di tutta la formazione di sei velivoli, ora al ritorno è tutt'altra storia, perchè i venti della costa ionica mi saranno contrari (25 nodi frontali) e dopo l'esperienza del volo precedente, non voglio più giocare a fare i calcoli certosini. Viene così fatta una telefonata a Sibari dal Sig. Fracasso, pianifico quindi un rifornimento al Sibari Fly, studio la rotta e la pista (ci sono altri due campi lì e non devo fare confusione), ripercorro il giro verso Nord per poi riscendere attraverso il CTR di Gioia del Colle e spezzare il mio vaggio a circà metà tratta, in quanto la Calabria è un posto più rassicurante per tornare in Sicilia rispetto alla Puglia (ed il nostro viaggio è iniziato la mattina dall'isola di Zante!), soprattutto perchè il meteo tende a chiudersi verso lo stretto di Messina e penso che sarebbe il caso in ogni momento avere il carburante per tornare al punto di partenza. Ridecolliamo dopo aver imbarcato altri 60 litri di carburante, siamo carichi ma la pista è lunga, i venti sono forti ma tesi e non mi spaventano più come qualche ora prima, unico problema è che la zona di Sibari non si risparmia a questi venti, ma fortunatamente mi aspettano giù e la mia concentrazione sta solo ad individuare il campo, fare un low approach ed individuare la migliore direzione di atterraggio. 


Dopo vari tentativi alla radio, finalmente una voce amica mi risponde, mi aspettano con impazienza e mi rincuorano molto, soprattutto perchè il mio timore più grande era il vento (non c'era nessuno in volo, e da terra già mi avevano comunicato che non era giornata per tutti per stare in volo) ma c'era poco da decidere, faccio un lungo finale, uso meno flap, leggermente più veloce e sfrutto l'ottima lunghezza della pista. Dopo un'ora e mezza di volo le ruote del mio Tecnam sono di nuovo a terra e veniamo guidati via radio all'hangar dove ci aspetta una persona estremamente gentile, ovvero il Sig. Adelmo Varca, che ci mostra questa nuova realtà e ci fa ricoverare l'aereo in un hangar immenso dove imbarchiamo altri 30 litri di carburante.

Inutile dire i dettagli tecnici del campo, lì trovate a questo link nel caso voleste atterrare qui:
http://www.sibarifly.com/index.php?option=com_content&view=article&id=7&Itemid=102.

E' doveroso dire che in questa occasione ho conosciuto Maurizio Primavera, una persona con una passione ed una cortesia unica, ed il mio ricordo più grande va quindi a lui che ci ha lasciati in un incidente aereo un anno fa. Ricordo con grande dolore tutte le volte che mi diceva che mi aspettava per volare con l'idrovolante; peccato che quell'occasione non c'è mai più stata.
Tornando a Sibari, ricordo con interesse il racconto di Adelmo sul progetto del campo, da vero imprenditore. In effetti l'aeroporto è già ora una realtà concreta, racchiude da una parte il sogno di un posto che la Calabria ancora non ha (vedasi le bellissime aviosuperfici del Nord Italia) e dall'altra parte una valida alternativa a Scalea (passaggio obbligato in quanto unico aeroporto, ed oltretutto costoso, ogni volta che si va a Nord). La formula sembra anche vincente: atterraggio, ricovero aereo, navetta che ti porta al vicino villaggio sul Mare. E così è stato per noi, il pomeriggio siamo stati ospiti di Adelmo nel suo villaggio a Sibari (di cui ne è proprietario) passando una giornata indimenticabile. Credo che questo posto abbia tutti i requisiti per ingrandirsi e diventare sempre più bello, ci sono elementi come passione, ambizione e spirito che, uniti, non temono ostacoli. Colgo ancora l'occasione per ringraziare dell'accoglienza che mi è stata riservata al Sibari Fly!

Uno degli eventi a cui ho partecipato nell'Hangar della Sibari Fly

Successivamente sono tornato più volte a Sibari per altri eventi, qui siamo costretti a salire a Nord dell'Etna per evitare il maltempo. Normalmente si percorre la valle di Cosenza dopo il CTR di Lamezia.

Noi al Villaggio con il cappellino della Sibari Fly! Stanchi ma felici

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