sabato 1 giugno 2019

Flying Lockheed P3C Orion

Il P3 Orion é un velivolo che ha fatto la storia della lotta Antisom, ma soprattutto é un velivolo che dopo essere derivato da una piattafroma civile ha volato operativamente per piú di 50 anni per la varie marine del mondo, ancora oggi per la US Navy vivendo un glorioso phase out.
L'esperienza di un exchange é stata una fortuna indescrivibile.


Cominciamo a dire che il P3C Orion, versione della German Navy su cui ho volato, é un quadrimotore turboprop derivato dal velivolo civile Lockheed L-188. Totalmente modificato per scopi militari, in particolare per la sorveglianza, lotta Antisom, pattugliamento marittimo, ricognizione, ecc., ha volato operativamente per piú di 50 anni e continua a farlo dopo aver subito continui upgrades. Il velivolo all'interno é davvero tutt'altro aereo rispetto alle versioni di decennia fa. Restano i motori davvero "fumosi" che lo rendono indistiguibile nei cieli, la piantana centrale é davvero piú corposa dal momento che gli strumenti devono essere praticamente quadriplicati per via dei 4 motori. Fortunatamente gli strumenti analogici danno una grande mano, appena una lancetta non é in linea con le altre salta subito all'occhio. Una cosa molto diversa rispetto al mio precendente velivolo (con il quale ho il grosso delle mia esperienza) é la gestione dei giri BP connessi alle eliche; il sistema tende a mantenere sempre i giri costanti, una scelta ingegnerestica forse degli anni 60 di cui non conosco i benefici, anche se qualcuno parla di una maggiore "reattivitá".

La postazione del TEV (tecnico di volo) permette di supervisionare e gestire all'occorrenza anche il quadro motore, lasciando libero il pilota durante le fasi operative dove spesso ha gli occhi fuori (anzi, verso il mare). La visione del mare e degli orizzonti azzurri é una costante per chi ha volato a lungo con l'aviazione navale. É un fascino che pochi possono capire, come il concetto dell'equipaggio di volo,  usi e procedure tipiche nel mondo Antisom che uniscono qualsiasi nazione.


Dopo che l'equipaggio si riunisce per il briefing in sala operativa, una volta saliti a bordo il velivolo ha molto spazio nella parte posteriore, dove c'é una zona logistica, per fare un ultimo briefing tattico con il solo equipaggio di volo. In questa missione di volo con il Sesto Equipaggio, siamo impegnati per un'esercitazione dove sono coinvolti, oltre che a due sommergibili, navi militari con elicotteri imbarcati in supporto alle stesse. Bisogna dare il cambio ad un velivolo canadese (CP140 Aurora, basato anch'esso su una cellula del P3), giá "hot" su un contatto sotto la superficie.


Nonostante la configurazione robusta e masculina dei velivoli americani militari degli anni 60/70, il cockpit é tradito da vari retrofit, come quello del Pilot Flying Display.


Dopo un veloce transito ad alta quota, riscendiamo a bassa quota, guadagnamo il contatto, gli eliccoteri navali sotto di noi lasciano la tipica scia sulla superficie marina, spesso piú visibile dell'elicottero stesso.


La nave ha il controllo tattico della situazione, ma il momento piú bello resta sempre la conferma visiva del contatto.


Identificare un sottomarino a  quota snorkel non é facile all'inizio, bisogna farci l'ochio insomma, ma quando ti appare é un qualcosa di davvero affascinante. Quando ci sono determinate condizioni e prospettive é anche possibile percerpire visivamente la silhouette del battello sotto la superficie del mare, come un fantasma in azione.



La missione dura "solo" 6 ore, il contatto viene "trackato" per molto tempo prima di simulare un attacco deliberato con sgancio di "artifizi". Il transito di rientro viene aeffettuato ad alta quota con un inserimento IFR. I quattro motori si fanno sentire soprattutto nelle prestazioni di salita, durante la bassa quota si ha quasi l'impressione che ne basterebbero due.


L'atterraggio avviene dopo un'incredibile missione di esercitazione a bassissima quota sul mare, sempre al di sotto dei 1000 ft, con passaggi anche sotto i 300 ft. Nonostante una strutture un pó rigida per la manovre a bassa quota, si può apprezzare una certa facilitá di handling e manegevolezza a tutte le quote e degli spazi a bordo davvero ampi, sicuramente ereditati dalla precedente cellula civile. Per il resto la piattaforma completamente modificata negli anni ospita una vastissima gamma di sensori e apparecchiature.


Nessun commento:

Posta un commento

I commenti sono sempre molto apprezzati e nel pieno spirito della condivisione della passione per il volo in tutte le sue forme.