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martedì 8 gennaio 2019

Stallo con Savannah STOL - Velocitá indicata ZERO

Il Savannah è un velivolo biposto caratterizzato dalle eccellenti prestazioni soprattutto a velocità basse. Le prime produzioni hanno molto in comune con lo Zenith CH 701, anche se la coda è diversa e le versioni successive si sono ulteriormente discostate dallo Zenith e le modifiche all'ala hanno reso gli ultimi modelli molto diversi dai primi. Ad ogni modo la maggior parte delle varianti ha un'ala a corda costante come quella dello Zenith, con flap e alettoni combinati in flaperoni in stile Junkers (quando la superficie di controllo è separata ed incernierata al di sotto del bordo di uscita dell'ala, il flaperon viene chiamato di tipo "Junker", nome derivato dal bordo di uscita introdotto negli anni trenta dalla Junkers, tra cui il famoso il bombardiere in picchiata Junkers Ju 87 Stuka). Gli ipersostentatori sono mossi simmetricamente su entrambe le ali, mentre gli alettoni sono attuati antisimmetricamente; per rollare il velivolo a destra, si abbasserà l'alettone sinistro aumentando la portanza della semiala sinistra e si alzerà l'alettone destro diminuendo la portanza della semiala destra (nel caso dei flaperon, vengono miscelati per muovere opportunamente le superfici di comando).

Le ultimi versioni hanno ha un'ala più corta e affusolata, mentre le prime varianti hanno quindi le fessure del bordo anteriore completamente aperte (slat fissi, a volte chiamati slot ad indicare che non sono retrattili), successivamente sostituite con generatori di vortice (Vortex generators). L'ala alta è rinforzata sulla fusoliera inferiore con una coppia a V di montanti su ciascun lato che lo rendono visivamente molto robusto. Il piano di coda e gli elevatori rettangolari, che utilizzano un profilo aerodinamico convenzionale diverso da quello dello Zenith, sono posti nella parte superiore della fusoliera.


Il profilo alare è un NACA 65-018 modified (ved. per approfondimenti questo post), la superficie alare di circa 13 mq con 9 metri di apertura. In particolare le prime versioni del Savannah hanno gli Slat fissi, superfici aerodinamiche sul bordo d'attacco delle ali che creano un allungamento del profilo alare con un contemporaneo accentramento della curvatura del profilo stesso. Si crea al contempo una fessura che permette il passaggio di un determinato flusso ad alta velocità in grado di energizzare lo strato limite superiore. in pratica un'ala del genere vola meglio a basse velocità ed assetti elevati, a scapito ovviamente dell'efficienza (anche se sulla carta mi risulta 1:11, ma non di certo ha ottime planate senza motore).
Stiamo parlando di un velivolo che, anche con una motorizzazione di 80 CV, è capace di decollare in una sessantina di metri e stallare sotto i 50 kmh. 

La mia passione per il Savannah, come tutti i velivoli STOL, non l'ho mai nascosta, ed è cosi che durante le mie mattinate invernali al campo incontro Andrea, un pilota esperto di Siracusa e molto gentile. Vengo attirato dal "giallo"del suo Savannah e dalla sua strumentazione. 



Ogni volta che ho occasione di volare su un Savannah non mi tiro mai indietro, ed é cosí che ho potuto godere come mai ho potuto della bellezza di Ortigia a bassa quota e a velocitá bassissime.




Andrea mi ha ha fatto un pó provare l'handling del suo Savannah, ma in realtá premeva per dimostrarmi le sue qualitá a basse velocità ed in fase di prestallo, fino a portare la velocitá indicata a ZERO! In effetti, é come se l'aereo non stallasse, a meno che non gli togli motore, anche se bigogna dire che il Pitot va molto in ombra ad alti assetti. Ci si sente quasi in hovering.


Il velivolo di Andrea, ricollegamndomi all parte inziale del post, é un Savannah di quelli classici di un tempo, un vero STOL con gli slats e che riesce a staccarsi da terra e volare tranquillamente con 80CV. Le barre di commando sono state modificate successivamente sostituendo la famose Y central, cosa che a me piace molto. Giá dal decollo si prova questo feeling inusuale per chi é abituato ai TECNAM, ovvero di volare ad un assetto dove ti aspetteresti velocitá in rapida diminuizione e stallo imminemente. Ed invece l'aereo continua ad essere lí, a volare con il muso puntato verso il cielo, come se fossi su uno poltrona reclinabile.


Queste capacitá aerodinamiche si traducono ovviamente in raggi di virata strettissimi, praticamente sul punto. Ci siamo portati sulla spiaggia dell'Arenella dove abbiamo puntato il lido sotto di noi mantenendolo sempre in vista quasi sulla vertical del punto. 


Una macchina eccezionale per imparare a volare e per divertirsi in sicurezza, cosa ben diversa se si vuole fare voli di trasferimento, dove sono richieste caratteristiche diverse. Dopo una bella passeggiatina in volo arriva il momento dell'atterraggio. Ovviamente corto.



martedì 4 luglio 2017

Atterraggio STOL - Come si fa?

Molti pensano che tutti gli ULM sono STOL, in effetti quasi tutti decollano e atterrano in distanze corte in virtù dei pesi ridotti, ma uno  STOL puro è un aereo che deve "lavorare" con l'aria, più che planare. In questo video ho volato a Capo d'Orlando con un Savannah, aereo che originariamente è nato per decolli e atterraggi corti anche se nelle ultime versioni sta diventando sempre "meno puro" come STOL.
La verità è che planare con una buona efficienza potrebbe essere addirittura un problema per gli STOL, sotto certi aspetti sono  l'opposto degli alianti. Non per niente, le operazioni STOL richiedono l'utilizzo continuo del motore e un lavoro ininterrotto anche dei flap (soprattutto per le competizioni). Ma senza motore, uno STOL è un bel ferro da stiro. Se poi hai gli Slat, questa caratteristica viene accentuata ancor più; tanta resistenza ma si riesce a stare in aria a basse velocità con assetti elevati (facendo lavorare appunto gli slat o i vortex generator per le versioni successive).

Nel Savannah in questione abbiamo cercato i 40 mph (purtropppo quell'anemometro è tarato con questa unità di misura americana) in finale lavorando continuamente con assetto e motore e sforzandosi a mantenere il muso alto, controllando quindi rampa e punto di contatto. Una volta mirato il punto di contatto, un po' prima della testata, resto impressionato dalla pastosità dei comandi sul beccheggio del Savannah anche a bassa velocità. Una caratteristica fondamentale, difatti, è che con uno STOL non dovrei avere problemi a tirare su il muso anche violentemente.  Con un qualsiasi altro aereo normale, come il mio P96 (premesso che non vado mai in secondo regime con il mio TECNAM), mi rialzerei... 

Se non l'hai già fatto, consiglio l'iscrizione a questo gruppo FB

Una tecnica molto avanzata (e quando dico avanzata intendo per i piloti esperti in situazioni e campi che consentono margini di sicurezza sufficienti), durante l'atterraggio, al contrario di quanto si potrebbe pensare, per molti aerei (e in particolare per gli aerei ultra-leggeri), è conveniente utilizzare la barra per controllare la velocità e la manetta per controllare il rateo di discesa. Stiamo parlando di fare una cosa opposta al normale atterraggio ( nell'atterraggio standard con la barra regoliamo il sentiero e con motore velocità) mentre in questo caso andiamo in un regime di volo diverso.
In un atterraggio STOL bisogna portare i flaps al massimo gradualmente, mantenere un rateo di discesa di circa 200-300 piedi al minuto ed una velocità di almeno 10 nodi superiore a quella di stallo in landing configuration (per esempio, 40 + 10 = 50). Solo in caso di virata sollevare leggermente il muso con il volantino per contrastare la perdita di portanza delle ali ed evitare di perdere quota. Quando l'aereo è ben stabilizzato regolare il rateo di discesa tramite la manetta. 

Paragone fra vari sentieri a diverse velocità per un ultraleggero monomotore
(in assetto di atterraggio e assenza di vento)

Su piste in pendenza, prima del touch sollevare il muso dell'aereo e, se necessario, dare un pò di potenza per allinearsi orizzontalmente con la pista. Quindi, a pochi metri dal suolo portare la manetta al minimo e lasciare atterrare l'aereo.
Nel video l'atterraggio corto non è stato perfetto, soprattutto per il mio peso maggiorato che ha cambiato qualche riferimento al mio socio :)


Questi dati sono dei buoni riferimenti sulla bontà delle nostre operazioni STOL "Take off and landing data" (472,5 kg come peso di riferimento, basato su un Savannah S biciclo):
  • Take off run: 55 m Take off distance (15 m obstacle): 190 m
  • Landing run: 70 m Landing distance (15 m obstacle): 150 m
In questo video sono riportate alcune nozioni per l'atterraggio ed il decollo in quota su aviosuperficie in quota e in pendenza. Nello specifico si tratta di Meggiana in Val Sesia, lunghezza 216 mt, pendenza 18% a circa 1600 mt di altitudine. IMPORTANTE: SI raccomanda di non fare tentativi di atterraggio simili se non si ha la preparazione adeguata, che solo un corso di volo in montagna può garantirti. Si consideri che alle problematiche, AD ESEMIPIO, derivanti dal depotenziamento dovuto alla quota spesso si atterra e si decolla con vento in coda e qui la riattaccata in atterraggio e l'aborto in decollo sono praticamente VIETATI.



Ad ogni modo, ricordatevi che un atterraggio STOL non è un gioco da bambini e che vale sempre il vecchio detto aeronautico:

"La probabilità di sopravvivere è inversamente proporzionale all’angolo di discesa"

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sabato 29 agosto 2015

ICP Savannah - Uno STOL di Eccellenza

Il Savannah è un velivolo biposto caratterizzato dalle eccellenti prestazioni soprattutto a velocità basse. Le prime produzioni hanno molto in comune con lo Zenith CH 701, anche se la coda è diversa e le versioni successive si sono ulteriormente discostate dallo Zenith e le modifiche all'ala hanno reso gli ultimi modelli molto diversi dai primi. Ad ogni modo la maggior parte delle varianti ha un'ala a corda costante come quella dello Zenith, con flap e alettoni combinati in flaperoni in stile Junkers (quando la superficie di controllo è separata ed incernierata al di sotto del bordo di uscita dell'ala, il flaperon viene chiamato di tipo "Junker", nome derivato dal bordo di uscita introdotto negli anni trenta dalla Junkers, tra cui il famoso il bombardiere in picchiata Junkers Ju 87 Stuka). 


Per quanto sia affezzionato alla Tecnam, credo che il Savannah sia l'aereo VDS per eccellenza: semplice, robusto, STOL, affidabile, non costosissimo e davvero diffuso. Uno dei miei primi approcci all'ULM è stato con il Savannah, quando decollai da un campo in provincia di Enna, vicino il lago di Ogliastro. Rimasi sorpreso dalle soluzioni sia meccaniche che aerodinamiche del mezzo, a partire dalle gambe del carrello e dalle grandi ruote che non solo permettevano decolli e atterraggi da "bush pilot", ma svolgevano contemporaneamente la funzione di ammortizzatori. In realtà, sono state costruite davvero tante versioni dalla ICP, sintomo di un buon successo anche a livello commerciale e, per di più italiano! 


Il primo Savannah che ho volato aveva i flap meccanici che si abbassavano con una leva manuale e gli Slats fissi (spesso chiamati appunto Slot), altra considerazione sono i Flapperoni, davvero efficienti e funzionali, anche se non riuscirei ad immaginarli su velivoli più "raffinati" come i Tecnam. In generale, l'aereo ha eccellenti capacità STOL, le ruote si staccano da terra dopo poco più di una cinquantina di metri volendo fare un "decollo di prestazione". Una volta in volo si presenta lento ma stabile, nonchè davvero facile da pilotare. Dopo lunghe tratte la barra di comando ad Y diventa addirittura una comodità, in quanto permette di appoggiare il polso sulla gamba.

Ovviamente non lo trovo molto adatto ai viaggi lunghi, data la bassa velocità di crociera (non oltre i 130 kmh se non vogliamo tirarlo troppo), anche se ci sono altre versioni molto più veloci. La velocità di avvicinamento è intorno ai 55 Kmh (da leggero), e da manuale stalla a poco più di 40 kmh full flap (fantascienza per altri velivoli), i flap scendono a 20 o 40 gradi. 
 

L'accesso è davvero molto comodo con i portelli che si alzano verso l'alto ed una visuale ottima tipica dell'ala alta. La versatilità ne ha fatto anche un ottimo aereo scuola ed un eccellente mezzo anfibio montando la struttura galleggiante sotto (personalmente il Savannah Idro è uno dei mezzi più belli e divertenti su cui abbia volato). Normalmente i Savannah vengono motorizzati con i 100 CV (Rotax 912),  anche se è difficile dare particolari precisi se non si parla della specifica versione  dell'aereo, ad ogni modo sicuramente è il miglior mezzo per cominciare a volare su un aereo degno di nota! Credo che sarebbe davvero bello provare la versione biciclo!


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